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Da un lato il 1898, anno del desastre, con la sua enorme portata simbolica, dall'altro il 1939, anno del conflitto civile: sono gli emblematici termini cronologici entro i quali si ambienta il presente studio, che intende coniugare le questioni teoriche legate all'assetto strutturale del libro di poesia con il problema della costruzione dell'idea di nazione, centrale per il destino moderno della letteratura spagnola. È, infatti, a partire dall'ultimo scorcio dell'Ottocento che nella penisola iberica si definisce, in modo forse più spiccato rispetto al resto d'Europa, l'urgenza di una riflessione sull'impegno della lirica, non solo nei confronti della crisi e del ristagno culturale, ma anche rispetto ai modelli tradizionali. A quest'altezza cronologica, il libro di poesia, conquista definitiva della soggettività, si presenta, proprio per la sua natura altamente formalizzata, come uno dei principali dispositivi di promozione e di costruzione di discorsi che intendono coniugare il tema dell'autobiogra a e dell'autorialità poetica con la riflessione sul presente, stringendo insieme il soggetto con la nazione, o in altre parole, il destino singolare con quello generale della comunità.